Se, solo pochi anni fa, ci avessero detto che avremmo sbloccato il nostro smartphone una media di 110 volte al giorno, non ci avremmo creduto. Se ci avessero detto che avremmo digitalizzato la nostra esistenza al punto da non poter svolgere una qualsiasi ricerca senza l’ausilio di un device digitale, non ci avremmo creduto. Eppure, è successo, con una rapidità e una inevitabilità stupefacenti.
Lo stesso fenomeno, anche in forma maggiore, ha interessato il lavoro e le pratiche aziendali di qualsiasi ordine e grado, al punto che rinunciare all’introduzione di nuove tecnologie con strumenti di Business Intelligence è il modo migliore per autoescludersi dal mercato e privare l’impresa di un’opportunità di crescita, riduzione dei costi ed eliminazione delle non conformità senza precedenti.
Il punto, quindi, non è se l’azienda debba o non debba introdurre strumenti di ultima generazione per digitalizzare i documenti, raccogliere e analizzare dati, mappare i processi produttivi, capire dove ci sono criticità e produrre soluzioni per realizzare miglioramenti di miglioramento, ma in che modo farlo affinché l’introduzione di software applicativi e custom con strumenti di Business Intelligence integrati risulti efficace e realmente impattante sulle performance e sui risultati.
Nell’ottica di un continuo miglioramento, ogni azienda si trova a dover gestire processi di qualità e compliance, metodi e procedure di lavoro con tutte le difficoltà del caso. A supporto di questo, la digitalizzazione e l’adozione di nuove tecnologie con strumenti di Business Intelligence è sempre più diffusa e obbligata se si vuole puntare a una costante crescita e competitività sul proprio mercato di riferimento.
I vantaggi derivanti dalla digitalizzazione dei processi di audit e controllo qualità sono molti. Alcuni dei più comuni includono:
Si potrebbe pensare che i ruoli che lavorano in ambito qualità come ad esempio Auditor, Supplier Quality Engineer e Quality Manager siano gli unici beneficiari dell’adozione di un software di gestione audit e controlli interni ed esterni, ma non è affatto così.
Se è vero che queste figure sono essenziali per la corretta scelta e implementazione di strumenti IT che velocizzano e rendono molto più affidabili le operazioni di monitoraggio e risoluzione delle problematiche, è altrettanto certo che i benefici della digitalizzazione coinvolgono tutti i player aziendali dalla direzione, alla produzione, alla distribuzione, fino al post-vendita.
Visti i benefici che derivano dalla digitalizzazione dei processi aziendali, il punto cruciale non è se l’azienda debba o non debba avvalersi di soluzioni tecnologiche, ma quali sono le principali caratteristiche che queste devono avere affinché la loro integrazione risulti efficace e realmente impattante sulle performance e sui risultati.
Eccone alcune:
Analizziamole una per una:
La trasformazione digitale impone nuovi standard per la produzione e archiviazione di documenti, non solo a livello amministrativo, pensiamo alla fatturazione elettronica, ma di tutta la mole di dati e comunicazioni vitali che ogni giorno vengono generati da qualsiasi realtà produttiva.
Un software di gestione audit e controlli deve permettere una rapida e corretta creazione, archiviazione e condivisione in tempo reale di documenti e dati; ma non solo, deve essere anche in grado di trasformare tali dati in grafici facilmente intellegibili e fruibili da tutti gli interessati.
Il processo di digitalizzazione degli archivi, oltre a generare un virtuoso risparmio di risorse naturali, meno carta, produce anche un sostanzioso risparmio economico e di tempo. Nel caso della citata fatturazione elettronica, ad esempio, si stima che la gestione digitale di un processo amministrativo di questo tipo generi un risparmio tra i 7 e i 12 euro a operazione. Risorse che possono essere impiegate in maniera più utile e produttiva.
Spesso si percepisce il timore che la tecnologia “rubi” il lavoro agli umani soprattutto quando si parla di automazione dei processi produttivi, ma anche questa è una visione errata ed obsoleta.
L’automazione dei processi, grazie all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, è in grado di migliorare il lavoro in una quantità sterminati di ambiti, soprattutto perché in grado di razionalizzare le procedure e assegnare automaticamente i compiti ai dipartimenti corrispondenti, minimizzando in termini vicini allo zero assoluto errori e ritardi.
Anche in questo caso, il risparmio di tempo e risorse produce un risparmio economico tangibile e sempre maggiore man mano che cresce l’implementazione degli strumenti di digitalizzazione. Inoltre, consente di individuare in tempo reale criticità e non conformità.
La scalabilità del software è un elemento molto importante al momento della scelta del partner tecnologico. Più è possibile customizzare il sistema, maggiore è il grado in cui questo possa adattarsi alla realtà specifica dell’azienda.
È quindi importante assicurarsi che la soluzione prescelta non sia immutabile, o peggio presettata, senza possibilità di modulazione attraverso l’aggiunta o la rimozione di componenti e funzioni.
È importante verificare che il fornitore del software preveda sessioni di formazione e aggiornamento per rendere gli utilizzatori finali autonomi e agevolarli più possibile nel loro lavoro.
Inoltre, l’esistenza di un team di assistenza continua garantisce il supporto necessario per gestire crisi e risolvere dubbi.
Ora che conosciamo i parametri fondamentali per la scelta di un software di audit e controlli, vediamo quali sono gli step necessari alla sua implementazione e verifica.
Una volta scelto il partner che accompagnerà l’azienda nella trasformazione digitale, è giunto il momento di definire quali sono i principali obiettivi della digitalizzazione secondo la specificità dell’azienda. È il momento di individuare i reparti su cui intervenire e fissare i KPI (Key Performance Indicator) che permetteranno la misurazione dei risultati ottenuti.
Il processo di implementazione è una fase delicata, in cui è necessario il maggiore supporto possibile da parte del fornitore IT. È il momento in cui i dati e i documenti vengono ottimizzati e trasportati nel nuovo ambiente digitale, ma è anche il tempo in cui i processi vengono razionalizzati, visualizzati e resi misurabili e osservabili in tempo reale per valutare il rispetto dei KPI precedentemente fissati.
La configurazione dei nuovi strumenti consente la customizzazione degli applicativi affinché siano adattati completamente alle necessità specifiche dell’impresa.
Anche in questo caso, le decisioni prese nella prima fase saranno determinanti per ottenere uno strumento su misura, capace di individuare le criticità in tempo reale e permettere una rapida ed efficace risoluzione dei problemi.
In questa fase, figure come quelle del Supplier Quality Engineer o del Quality Manager hanno la responsabilità di spiegare ai colleghi come utilizzare le nuove tecnologie implementate.
Il fornitore del servizio deve a sua volta aver trasmesso perfettamente tutte le funzionalità ai responsabili della qualità e, in caso di necessità, supportarli nella fase di divulgazione.
Dal momento in cui il software è operativo, arriva l’ora della verità: il monitoraggio del funzionamento corretto dei tools e degli applicativi va effettuato periodicamente per verificare l’effettiva funzionalità e il raggiungimento degli obiettivi previsti.
Una verifica periodica consente anche di eliminare funzionalità che si siano rilevate poco utili o implementarne di nuove.
Valutati tutti gli elementi utili per scegliere gli strumenti di Business Intelligence ed effettuati tutti i passi necessari all’implementazione, non resta che godersi gli innumerevoli benefici della trasformazione digitale che possiamo riassumere in due parole: risparmio ed efficienza.
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